“Visione magnifica!
Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. (Henry Beyle – Stendhal “Roma, Napoli e Firenze” 1817) |
“Alla fine il mio spirito, tormentandosi d’amore per un bello troppo bello, ha trovato qualcosa in cui non v’è nulla da biasimare: il paesaggio tra Laveno e Varese.”(Henry Beyle – Stendhal) |
Così Stendhal descriveva nel suo Diario il panorama che si ammira percorrendo la Via Sacra del Sacro Monte di Varese e quel lembo di territorio, il Varesotto, che divide la Lombardia dal Piemonte e dalla Confederazione Elvetica. Un fazzoletto verde costellato di laghi e incorniciato dalle Prealpi e dalle prime propaggini dell’arco alpino. |
IL VARESOTTO (tratto da www.ilvaresotto.it)
PRIMA PARTE
Territorio: Valli – Laghi – Parchi pag.2 a pag.14
SECONDA PARTE
Prodotti tipici del varesotto pag.15 a pag.19
TERZA PARTE
Itinerari a piedi nel varesotto pag.21 a pag.23
QUARTRA PARTE
I musei del varesotto pag.24 a pag.39
QUINTA PARTE
I mercatini del varesotto pag.41
Per i soci del V.C. 3 Laghi
PRIMA PARTE
La Valceresio
Si estende per circa otto chilometri da Induno Olona a Porto Ceresio, protesa verso il Lago di Lugano, chiamato dai romani Ceresio.
Dapprima chiusa, poi via via sempre più aperta, è da sempre la via di collegamento più veloce per il Canton Ticino.
Modellata nel corso dei secoli dai ghiacciai, è circondata dal monte Minisfredo (m 1012), dal Poncione di Ganna ( m 993), dal monte Piambello (m 1129), dal monte S. Elia (m 665), dal monte Orsa (m 993) e dal monte Pravanello (m 1045).
I reperti conservati al Museo dei Fossili di Besano e al Museo di Storia Naturale di Induno testimoniano l’evoluzione geologica della Valceresio e la presenza sul territorio dei dinosauri.
La prima presenza umana è invece attestata al neolitico (500-2800 a.C.) dai resti di palafitte rinvenuti ad Arcisate in località Cattafame, nei pressi di una zona umida.
L’espansione romana che acquisì la valle alla provincia della Gallia Cisalpina, si concentrò soprattutto lungo il corso della Bevera, a Induno, Arcisate, Cantello, Ligornetto.
Le tribù insubriche che la popolavano divennero cittadini romani sotto Giulio Cesare, in cambio di alcuni anni di servizio militare nelle legioni.
Al termine del periodo di arruolamento, vennero iscritti alla tribù romana degli Oufentini, divenendo liberi cittadini romani e proprietari delle loro terre.
I centri più importanti furono sicuramente Arcisate e Induno Olona, punti di arrivo delle vie di comunicazione che arrivavano dal Verbano e dal Ceresio.
Da qui transitava il rame estratto a Baveno e Maccagno, l’argento della Martica, lo stagno, il ferro, l’ambra e l’oro degli Elvezi.
Nel medioevo, inserita nella Pieve di Arcisate, la valle entrò a far parte del Contado del Seprio e rivestì un importante valore strategico quale via di comunicazione verso il nord Europa.
Fanno parte della Valceresio i comuni di Arcisate, Besano, Bisuschio, Brusimpiano, Clivio, Cuasso al Monte, Induno Olona, Porto Ceresio, Saltrio, Viggiù.
La Valcuvia
Situata nel cuore del Varesotto, è una valle ampia e aperta, cosparsa di centri abitati nascosti tra boschi di faggi e castagni. E’ attraversata dal torrente Boesio che si getta nel Lago Maggiore a Laveno.
I monti che la circondano sono a sud il massiccio del Campo dei Fiori (m. 1226), a nord il Sasso del Ferro (m. 1062) e i monti Nudo (m. 1295), della Colonna (m. 1203) e San Martino (m. 1087).
La presenza umana più antica risale alle palafitte del tardo neolitico e dell’età del bronzo rinvenute nelle torbiere di Mombello e Cavona.
I numerosi reperti archeologici sono purtroppo dispersi in vari musei se non andati persi. Ciononostante si può presumere che la Valcuvia sia stata ininterrottamente abitata dall’epoca preistorica a quella gallica e poi alla romanizzazione del I sec. a.C.
Probabilmente la Rocca di Orino era una fortificazione romana che rientrava nel limes pedemontanum costituito a protezione dalle invasioni barbariche. In epoca longobarda, la Valcuvia dipendeva da Castelseprio e la rocca costituiva un elemento chiave per il controllo del transito nella valle.
In una pergamena del 712 in cui sono elencati i possedimenti in Valcuvia del monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia sono citate diverse località della Valcuvia : Calariate (Caravate), Azemondo (Gemonio), Cuvigl (Cuveglio), Olino (Orino), Aci (Azzio).
Nel 1196 passò dal controllo di Como a quello di Milano e quindi dei Visconti. Nel 1450 Francesco Sforza la concedeva in feudo a Pietro Cotta.
Nel 1728 i Cotta cedettero il feudo della Valcuvia a Giulio Visconti Borromeo d’Arese e alla sua morte il feudo passò a Antonio Litta, che ne aveva sposato la figlia.
Con la Repubblica Cisalpina Cuvio venne nominata nel 1797 capoluogo del IX distretto del Verbano e fatta sede di Pretura. Rimase tale sino al 1926, poco prima della costituzione della nuova provincia di Varese.
Tra il 1820 e il 1830 venne bonificata la vasta palude che si stendeva tra Cavona e Cuveglio.
I centri della Valcuvia sono: Azzio, Brenta, Casalzuigno, Cassano Valcuvia, Cittiglio, Cuveglio, Cuvio, Duno, Masciago Primo e Rancio Valcuvia.
La Valcuvia disegnata da Marita Viola – Paolo Cottini e Marita Viola “Varese terra di colori” Edizioni Lativa
La Valganna
Si stende in direzione nord-sud dalla località Grotte di Valganna sino al lago di Ghirla.
Alla sinistra idrografica si elevano il monte Chiusarella (m 912) e il monte Martica (m 1032) mentre sulla destra la valle è bordata dal rilievo dei monti Monarco (m 858), Minisfreddo (m 1042), Poncione di Ganna (m 993) e Piambello (m 1129).
Il fondovalle, costituito dalla vasta piana delle Comunelle è solcato dal torrente Margorabbia, immissario ed emissario dei due laghetti di Ganna e Ghirla prima di sfociare nel lago Maggiore all’altezza di Luino.
La fitta vegetazione boschiva di ontani, salici, frassini, betulle, conferisce a tutta la valle e al lago di Ganna in particolare una intensa colorazione verde.
Dopo Ghirla la valle si apre e si fonde nella conca di colline che dà vita alla Val Marchirolo.
La valle fu frequentata dall’uomo sin dal Mesolitico (5000 a.C.) come testimoniano gli strumenti di selce rinvenuti nella torbiera di Ganna.
In epoca romana e medievale passava per la valle una importante via di comunicazione che collegava la valle dell’Olona con Ponte Tresa e la Svizzera.
Nel sec. XII i cistercensi fondarono l’abbazia di Ganna e avviarono lo sviluppo agricolo della valle bonificando la zona paludosa intorno al lago di Ganna.
Dal 1984, a tutela della ricchezza di flora e fauna, la zona attorno al lago di Ganna è stata dichiarata Riserva naturale orientata.
Di particolare interesse è l’antro delle Gallerie (o grotte della Valganna), nel monte Cuseglio.
L’origine e la destinazione di questa intricata serie di cunicoli (rifugi preistorici, difese liguri in funzione antiromana o cava di materiale edile utilizzate dai frati per l’abbazia di S. Gemolo) è tuttora controversa.
All’uscita della valle, salendo verso Induno Olona, sorge la fabbrica di birra Splùgen-Poretti, iniziata nel 1877 (architetti Alfred e Richard Bihl) e completata con l’edificazione della villa padronale progettata da Ulisse Stacchini. Un famoso esempio di architettura industriale liberty.
La valle ha come unica municipalità il Comune di Valganna che comprende le località di Boarezzo, Ganna, Ghirla, Mondonico.
La Valganna- Val Marchirolo disegnata da Marita Viola – Paolo Cottini e Marita Viola “Varese terra di colori” Edizioni Lativa